ARNOLDI ANTONIO

Il 24 maggio 1972 a Milazzo in provincia di Messina, vennero uccisi Antonino Pirrone e Antonio Arnoldi.
I due militari furono vittima della follia omicida di un individuo, colto da raptus, il quale, armato di un fucile da caccia semiautomatico caricato a pallettoni, con una bicicletta, aveva in animo di raggiungere la locale caserma dell’Arma per uccidere quanti più militari possibile.
Intorno alle ore 10,30 di quel giorno in via Migliavacca, l’uomo incrociò l’autoradio del Nucleo Radiomobile con a bordo l’Appuntato Pirrone ed il Carabiniere Arnoldi e fece segno ai militari di fermarsi; in quel frangente, l’uomo improvvisamente imbracciò il fucile facendo ripetutamente fuoco contro l’auto dei Carabinieri, colpendo i due militari che si trovavano a bordo.

Nonostante fossero gravemente feriti, i due carabinieri riuscirono ad uscire dal mezzo militare e, mentre l’Arnoldi tentò di rispondere al fuoco con l’arma di ordinanza ma venne nuovamente colpito, il Pirrone riuscì ad avvisare via radio la Centrale Operativa della Tenenza Carabinieri di Milazzo consentendo così l’immediato intervento dei commilitoni che neutralizzarono ed arrestarono il folle omicida.

Il 1° febbraio 1973, il Presidente della Repubblica conferì ai due Carabinieri caduti in servizio la “Medaglia d’Argento al Valor Militare” alla memoria, con la seguente motivazione per il carabiniere Antonio Arnoldi:
“Conduttore di autoradio di nucleo radiomobile, gravemente ferito alla testa da colpo di fucile esplosogli proditoriamente da un individuo colto da eccesso di follia, che aveva mortalmente ferito il capo equipaggio e minacciava di raggiungere la caserma dell’Arma con propositi criminosi, estratta la propria pistola, con sovrumano sforzo tentava un’estrema reazione contro il malvivente, ma, allo stremo delle forze, si abbatteva privo di sensi al suolo. In ospedale, prima di morire, dando ulteriore dimostrazione di elevato sentimento di cameratismo, chiedeva di conoscere la sorte del capo equipaggio, quant’altro si era verificato di grave e se il folle fosse stato assicurato alla giustizia. Mirabile esempio di elevato senso del dovere, eccezionale altruismo e non comuni doti militari”.

FONTE: www.messinatoday.it

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