TICLI ROBERTO

Un lunedì notte dell’ottobre 1990 a Porto Ceresio in provincia di Varese, il 26enne Mirko Frattini, un bandito già ricercato dalla polizia elvetica per diverse rapine compiute, ha sparato contro il carabiniere Roberto Ticli, dopo essere scappato ad un posto di blocco di routine, sul lungolago deserto del paese.

Il giovane carabiniere, allora ventiquattrenne, si era trasferito da poco a Porto Ceresio con la moglie e la figlia di appena un anno. Ticli ed il collega erano in giro per il normale pattugliamento notturno ed hanno visto un ragazzo davanti ad una cabina telefonica del lungolago, a quell’ora deserto. Poche luci illuminavano la strada, ma ai due carabinieri non è passato inosservato il comportamento del ragazzo svizzero che si agitava, camminava avanti e indietro nervosamente.

I carabinieri gli chiedono i documenti: lui consegna con finta noncuranza una patente, ma è falsa. Tutto in pochi secondi, in un semplice controllo. I militari dell’Arma, Ticli ed il collega, gli intimano che deve seguirli in caserma. Neanche il tempo di finire la frase che Frattini scappa, si mette a correre con i carabinieri dietro di lui.

A questo punto Frattini si volta e spara, colpendo mortalmente al petto il giovane ventiquattrenne Roberto Ticili, che si accascia al suolo, privo di vita. Dopo aver inferto il colpo mortale al petto di Ticli, il bandito continua la sua fuga rifugiandosi su un treno in direzione Milano o Varese. In pochi minuti tutta la zona viene circondata e l’omicida catturato.

FONTE: www.luinonotizie.it

TICLI ROBERTO
Arma dei Carabinieri
Carabiniere