DOTT. CIACCIO MONTALTO GIANGIACOMO
Giangiacomo Ciaccio Montalto (Milano, 20 ottobre 1941 – Valderice, 25 gennaio 1983) è stato un magistrato italiano, vittima di Cosa nostra.
Nato a Milano da famiglia trapanese, entrò in magistratura nel 1970 e divenne Sostituto procuratore della Repubblica di Trapani, dove era arrivato nel 1971. Negli anni '70 è stato pubblico ministero nel processo contro Michele Vinci, condannato per i delitti del cosiddetto "mostro di Marsala", che nella città siciliana aveva rapito, gettato in un pozzo e lasciato morire tre bambine, tra cui una nipote.
Dal 1977 Ciaccio Montalto si trovò ad indagare sui mafiosi della provincia di Trapani e sui loro legami con il mondo imprenditoriale e bancario trapanese: le inchieste si basarono anche su indagini patrimoniali, ricostruendo il percorso del denaro sporco nelle banche di Trapani.
A fine anni '70 il suo lavoro si concentrò sul clan dei Minore: Antonino detto "Totò", Calogero, Giuseppe e Giacomo. Sulla scrivania di Montalto finì, su sua richiesta, un dossier dei carabinieri in cui venivano riportate le attività del clan: omicidi, corruzione, spaccio di stupefacenti, traffico d'armi. I Minore furono coinvolti in varie indagini come il finto sequestro dell'industriale Rodittis e il sequestro di Luigi Corleo. Il clan dei Minore era alleato dei corleonesi. Montalto fece riesumare perfino la salma di Giovanni Minore per verificare che fosse realmente morto d'infarto e si dice che quest'azione fu considerata blasfema dai Minore. Nel '79 Ciaccio Montalto chiese un mandato di cattura per traffico di materiale bellico per Antonino Minore che fuggì da Trapani per evitare di essere arrestato.
Infine nell'ottobre 1982 Ciaccio Montalto spiccò quaranta ordini di cattura per associazione mafiosa contro mafiosi e imprenditori della zona, che però furono tutti scarcerati per insufficienza di prove nel giro di qualche mese. Ciaccio Montalto ricevette delle minacce e una croce nera fatta con una bomboletta spray sul cofano della sua Volkswagen Golf.
Deluso dallo scarso risultato delle sue inchieste, Montalto decise poi di chiedere il trasferimento a Firenze in Toscana.
Nella notte del 25 gennaio 1983 alle 01:30 venne ucciso a Valderice da tre uomini armati di mitraglietta e due pistole calibro 38 mentre rientrava a casa, privo di scorta e a bordo della sua auto non blindata nonostante le minacce ricevute.
I vicini non avvertirono le autorità perché sospettavano fossero spari legati ai cacciatori di frodo e così il corpo esanime del magistrato venne ritrovato da un pastore alle 6:45. Ciaccio Montalto aveva quarantadue anni.
Dell'omicidio venne sospettato il boss trapanese Salvatore Minore, il quale era già ricercato per omicidio e associazione mafiosa in seguito alle inchieste di Ciaccio Montalto. Si accertò solo nel 1998 che Minore era stato ucciso nel 1982 dai Corleonesi e il suo cadavere fatto sparire, ma nel frattempo egli fu condannato nel 1989 in primo grado all'ergastolo in contumacia per l'omicidio di Ciaccio Montalto, insieme ai mafiosi siculo-americani Ambrogio Farina e Natale Evola, ritenuti gli esecutori materiali del delitto; tuttavia i tre imputati vennero assolti nel 1992 dalla Corte d'Appello di Caltanissetta e la sentenza d'assoluzione venne confermata nel 1994 dalla Cassazione.
Nel 1995 le dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia portarono all'identificazione dei veri responsabili dell'omicidio: vennero infatti rinviati a giudizio i boss mafiosi Salvatore Riina, Mariano Agate, Mariano Asaro (ritenuto l'esecutore materiale) e l'avvocato massone Antonio Messina, che avevano ordinato il delitto perché il trasferimento ormai deciso del magistrato alla Procura di Firenze avrebbe minacciato gli interessi mafiosi in Toscana. Nel 1998 Riina e Agate vennero condannati all'ergastolo in primo grado mentre l'avvocato Messina e Mariano Asaro vennero assolti; la sentenza venne anche confermata nei successivi due gradi di giudizio.
FONTE: www.wikipedia.it